Sentenze Cassazione

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Il sistema giudiziario italiano prevede tre successivi gradi di giudizio:

  1. il primo si celebra in Corte d’Assise;
  2. il secondo (in seguito a ricorso presentato da una o entrambe le parti in causa, e cioè pubblico ministero e difensore, naturalmente per cercare di ottenere una sentenza a loro più favorevole della prima) si celebra in Corte d’Appello;
  3. il terzo grado, ancora su ricorso di parte, è presso dalla Corte di Cassazione, che in teoria dovrebbe solo, senza entrare nel merito delle questioni dibattute, verificare se non vi sia stato nei gradi precedenti qualche errore nell’applicazione delle norme di procedura che induca a cancella (“cassare”) la precedente sentenza rinviando quindi le parti ad un nuovo giudizio; in realtà, quasi sempre si tratta di un giudizio di merito. Più dettagliatamente, così come sancisce l’art. 65 dell’ordinamento giudiziario (R.D. 30 gennaio 1941, n.12) la Corte Suprema di Cassazione “assicura l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni; regola i conflitti di competenza e di attribuzioni ed adempie gli altri compiti ad essa conferiti dalla legge”.

Quindi, la Corte di Cassazione è il vertice della giurisdizione ordinaria, essendo il tribunale di ultima istanza nel sistema giurisdizionale ordinario (penale e civile) italiano. Essa si articola in diverse sezioni. Nei casi più importanti o nei casi per i quali vi siano orientamenti contrastanti delle diverse sezioni, si riunisce in Sezioni Unite. Le decisioni assunte in tale composizione sono di un’autorevolezza tale da somigliare a dei “precedenti vincolanti”, concetto altrimenti estraneo all’ordinamento italiano. Di regola, giudica in seguito ad un gravame successivo ad una pronuncia di una Corte d’Appello, fintantoché il gravame sia possibile e cioè finché la questione non sia coperta da giudicato; non giudica sul fatto, ma sul diritto: ciò significa che non può occuparsi di riesaminare le prove, ad esempio, ma può solo verificare che la procedura relativa ai gradi precedenti del giudizio si sia svolta secondo le regole; può confermare la sentenza della Corte d’Appello ed in questo caso la sentenza è conclusiva e non più riformabile, oppure rinviare le parti ad un nuovo dibattimento.

In ultima analisi va precisato che le pronunce della Cassazione (in quanto tribunale di ultima istanza) sono vincolanti solo per il giudizio cui si riferiscono.